Aiuto, mio figlio digrigna i denti!
In che modo il dentista pediatrico si occupa di bruxismo?
Alcuni genitori giungono preoccupati dal pediatra o dal dentista pediatrico perché si accorgono che il loro figlio digrigna i denti durante la notte: a volte il rumore è così intenso che lo sentono dalla stanza vicina. Si tratta di bruxismo.
Noi dentisti pediatrici pur rassicurando i genitori prestiamo molta attenzione a ciascun caso clinico visto che riguarda i bambini nel periodo più critico per la loro crescita e sviluppo. Credo che il bruxismo infantile sia un’entità nosologica che debba essere conosciuta dalla comunità medica per poterlo identificare e poter inviare il piccolo paziente a noi specialisti.
Il ruolo dell’odontoiatra pediatrico è quello di diagnosticarlo precocemente, educare i genitori, prevenire le sue possibili conseguenze ed identificare le comorbilità associate.
Cos’e’ il bruxismo?
Il bruxismo è un’attività ripetitiva dei muscoli masticatori caratterizzata dal serrare e digrignare i denti in una serie di movimenti involontari, ritmici e spasmodici non funzionali della mandibola.
E’ un fenomeno regolato dal sistema nervoso centrale, e presenta due manifestazioni circadiane distinte: può verificarsi durante il sonno o durante la veglia. Il bruxismo durante il sonno è il più frequente in età infantile.
Qual è la percentuale de bambini colpiti?
Una recente revisione della letteratura scientifica ha riportato una variabilità della prevalenza del bruxismo tra il 3,5% e il 40,6% dei bambini, e diminuisce con l’avanzare dell’età: gli adulti sono colpiti in una percentuale di circa l’8%.
Non c’è un’età colpita maggiormente, ma alcuni studi riportano che le fasce d’età 5-7 anni e 11-12 anni siano quelle più rappresentative.
I maschi sembrerebbero maggiormente colpiti rispetto alle femmine.
Come si riconosce?
Si parla di bruxismo possibile quando un familiare racconta episodi di digrignamento dei denti del bambino durante il sonno.
Il bruxismo probabile si ha quando oltre al riferimento del digrignamento dei denti si osservano clinicamente delle caratteristiche tipiche come la maggiore usura dei denti, il dolore o affaticamento dei muscoli masticatori, l’ipertrofia dei muscoli masseteri. Per la diagnosi definitiva di bruxismo è necessario oltre alle caratteristiche del bruxismo probabile, una conferma attraverso la polisonnografia in cui si misura l’attività elettromiografica dei muscoli masticatori durante il sonno, associata a registrazioni audio e video del digrignamento.
Nei bambini il metodo clinico più fidato per diagnosticare il bruxismo continua ad essere basato sulla notizia del digrignamento riportata dai genitori, anche se c’è un limite dovuto al fatto che diversi bambini dormono in stanze lontane dai genitori, quindi spesso molti casi vengono diagnosticati in ritardo da noi dentisti quando durante una visita individuiamo uno stato di usura dei denti.
Che problemi può comportare il digrignare i denti?
Le conseguenze del bruxismo possono essere dentali e neuromuscolari: usura dei denti, malattia parodontale, dolore o affaticamento dei muscoli masticatori, ipertrofia dei muscoli masticatori, problemi durante la masticazione, disturbi all’articolazione temporo-mandibolare, limitazione dell’apertura della bocca, mal di testa, disturbi durante il sonno, disturbi respiratori come l’apnea notturna, disturbi nel comportamento.
Quali sono le cause?
Non ci sono dati certi sulle cause, ma il bruxismo è associato a molteplici e precisi fattori di rischio:
- Sesso: i maschi sono più a rischio delle femmine;
- Genetica: è ragionevole credere che il bruxismo sia trasmesso geneticamente, quindi genitori affetti da bruxismo potrebbero essere un fattore di rischio;
- Posizione scorretta durante il sonno: muoversi tanto durante il sonno potrebbe causare ostruzione delle vie aeree che causa continui movimenti dei muscoli durante il sonno, quindi bruxismo. Al fine di ridurre questo rischio o di alleviarlo, i genitori dovrebbero aiutare i figli a correggere la loro posizione durante il sonno e mantenere il controllo delle vie aeree;
- Dormire con la bocca aperta e russare: entrambi correlati all’ostruzione delle vie aeree, sarebbero un fattore di rischio per il bruxismo;
- Ansia e nervosismo: cambiare posizione durante il sonno, indica un sonno inquieto, disagio, che portano ad ansia e nervosismo, considerati fattori di rischio per i bruxismo;
- Stress psicologici o eccessiva responsabilità: eccessivi stress e responsabilità sui bambini determinano un aumento di catecolamine, fattore di rischio per il bruxismo;
- Fumo passivo: l’esposizione al fumo o alla nicotina può attivare un riflesso trigemino-cardiaco che comporta un effetto simile allo stress psicologico, importante nella patogenesi del bruxismo;
- Riposo non ottimale: un sonno irrequieto, in una stanza rumorosa, con la luce o schermi accesi, potrebbe essere un fattore di rischio per il bruxismo;
- Durata del sonno: esiste una correlazione tra le ore di sonno e il bruxismo. Il sonno dovrebbe essere di almeno 8 ore; l’ideale per i bambini sarebbe di 11-12 ore;
- Altri fattori probabili: mal di testa, mordere il labbro o mordere oggetti, problemi nel comportamento, paura del buio, insonnia, pipì a letto, parlare nel sonno, iperattività, deficit dell’attenzione e problemi emotivi con i coetanei sarebbero probabili fattori di rischio per il bruxismo, ma necessitano di ulteriori studi.
Quando un genitore deve preoccuparsi se suo figlio digrigna i denti?
Il digrignare i denti è un’attività piuttosto frequente nei bambini tra il primo anno di vita e i 3-4 anni: al pari del succhiarsi il pollice, borbottii e vocalizzazioni il bruxismo è un modo che il bambino utilizza per scaricare la tensione emotiva interiore.
Il bambino così piccolo non è in grado di elaborare mentalmente l’ansia ed esprime il suo stato di tensione interna in questo modo.
Con il bruxismo notturno il bambino piccolo cerca di padroneggiare il momento dell’addormentamento che è sempre ansiogeno perché ci si confronta con le paure inconsce. Digrignando i denti il bambino cerca e trova conforto, in una sorta di sostituto dei genitori.
Per considerarlo un vero e proprio disturbo bisogna valutare da quanto tempo si protrae oltre i 4 anni, come interferisce nel sonno del bambino, quali altre conseguenze sta comportando a livello dentale e neuromuscolare.
Come si cura?
Nella maggior parte dei casi il bruxismo si risolve spontaneamente, ma la remissione dei sintomi può essere accelerata se i genitori aiutano a diminuire i fattori di rischio: rispettando le 8 ore di sonno, correggendo le posizioni sbagliate durante il sonno e agevolando la posizione che impedisce l’ostruzione delle vie aeree, evitando la TV, i videogiochi o il tablet nell’ora antecedente alla nanna, mantenendo il buio e il silenzio nella cameretta del bambino. Se il problema invece è l’ansia o il nervosismo, mi sento di dare ai genitori dei consigli diversi per ridurre le fonti di stress per il bambino, sia in caso di stress lieve che di stress più intenso.
Quali consigli?
Le coccole svolgono un ruolo fondamentale e consolatorio per il bambino che sta vivendo lievi momenti di stress o ansia, e che possono aiutare nel trattamento del bruxismo. Il genitore dovrebbe fare in modo di accompagnare il momento della nanna a dei piccoli rituali benefici e rilassanti: preparare una camomilla o valeriana (meglio senza zucchero o miele, ma se dolcificate ricordate di lavare i denti prima di dormire!), un bagno caldo, massaggi e tante tante coccole.
E se lo stress o l’ansia sono intensi?
In alcuni momenti emotivamente stressanti come l’inizio della scuola, l’arrivo di un fratellino/sorellina, un trasferimento di città, un lutto in famiglia, la perdita di un animale, il cambio di scuola ma anche fattori minori come un rimprovero, una parola detta in un certo modo dal genitore o dall’insegnante o un dispetto da parte di un amichetto possono portare un bambino particolarmente sensibile a scaricare l’ansia in eccesso digrignando i denti durante la notte.
Ricordo il caso di una bambina di 7 anni con un grado eccessivo di usura dentale.
La bambina era apparentemente serena e la mamma escludeva qualsiasi fonte di ansia o stress.
Parlando con la bimba ho scoperto che un compagno di classe le rubava e distruggeva tutte le gomme per cancellare, riducendole in pezzetti. La mamma era ignara di questi continui episodi, e ha iniziato a spiegarsi quella strana “epidemia” di gomme stranamente perse o date in prestito da ricomprare così spesso.
In tutto questo la bambina accettava il comportamento del compagno di classe, dicendo che comunque per lei non rappresentava un problema cancellare con i piccoli pezzetti di gomma distrutta e che per lei andava bene così.
In questi casi il mio consiglio per i genitori è quello di insegnare al bambino come esprimere all’esterno il proprio disagio, risentimento e rabbia; sarà poi lui a scegliere il linguaggio più adatto alla sua età: semplicemente sfogandosi e parlandone, disegnando, facendo dei giochi di costruzione e creatività, praticando attività fisica.
Qualora questo non dovesse funzionare, consiglio ai genitori di intensificare l’ascolto ma anche le coccole. Abbracciando, accarezzando, facendo dei massaggi ai propri bambini è possibile che questo comportamento possa sostituire l’automatismo motorio nella sua funzione consolatoria, aiutando a calmare questi sentimenti negativi che possono sfociare in bruxismo.
E se non dovesse funzionare?
Se non dovesse funzionare, e se il bruxismo ha già comportato conseguenze dentali e neuromuscolari, si può provare con:
- Psicologia: i trattamenti psicologici durante l’infanzia permettono al bambino e futuro adulto di affrontare i conflitti e tensioni emozionali nella maniera migliore, con un effetto positivo nel controllo del bruxismo;
- Fisioterapia: tecniche di autocoscienza attraverso il movimento atte a migliorare le posizioni cranio-cervicali, effettuate anche solo 1 volta a settimana, sembrerebbero limitare il bruxismo notturno: questo è il risultato di uno studio scientifico sperimentale che ha portato ad un miglioramento nel 77% dei bambini bruxisti partecipanti allo studio;
- Ortodonzia e chirurgia: alcune alternative chirurgiche come rimuovere le adenoidi e le tonsille in bambini con ostruzione respiratoria in caso di iperplasia adeno-tonsillare ha avuto effetti significativi diminuendo il bruxismo in quei pazienti. Anche l’espansione del palato tramite apparecchio ortodontico nei bambini con palato stretto e problemi respiratori ha comportato una riduzione del bruxismo, minore russamento e minori movimenti durante il sonno.
Per gli adulti bruxisti spesso si ricorre ai byte, e per i bambini?
Il byte è un dispositivo occlusale che viene prescritto agli adulti che soffrono di bruxismo per proteggere i denti dall’usura prima che questa determini problemi di ipersensibilità, per ridurre un’iperattività dei muscoli masticatori, per ridurre tutti i sintomi che il bruxismo comporta, tra cui la tensione e i dolori dell’articolazione temporo-mandibolare.
Il byte di solito si porta tutte le notti, è facile da usare, non ha un costo eccessivo, è un trattamento reversibile e se portato correttamente risolve il bruxismo.
Nei bambini con denti decidui o dentizione mista invece non è indicato perché interferirebbe con i processi di crescita della mandibola e del mascellare superiore.
Concludendo?
Quando un genitore si accorge che il proprio bambino digrigna i denti durante la notte, consiglio una visita con il dentista pediatrico che individuerà se il bruxismo è in uno stadio iniziale o se ha già causato dei disturbi.
Nella maggior parte dei casi il dentista pediatrico consiglia una condotta osservazionale-non interventista, monitorando il piccolo paziente periodicamente.
Tuttavia, se il bruxismo manifesta sintomi come mal di testa, problemi respiratori durante il sonno e tutte le conseguenze viste in precedenza, verranno dati al genitore i consigli più adatti al grado di bruxismo: dalle coccole per ridurre piccole tensioni, ad un approccio multidisciplinare per i casi più complessi.
Autore
DOTT.SSA TIZIANA ANEDDA
Laurea con lode in Odontoiatria e Protesi Dentaria presso l’Università degli Studi di Cagliari, è specializzata in Chirurgia Odontostomatologica presso l'Università degli Studi di Milano. Owner di dentalbaby, portale di informazione scientifica sulla salute orale pediatrica rivolto ai genitori e ai colleghi odontoiatri ed igienisti.